09 – Settembre – 2019

Sono Annalisa Tardino, mamma di un bimbo di 8 anni, moglie, avvocato, oggi Deputata al Parlamento europeo, ma soprattutto donna, siciliana e orgogliosamente del sud: sud d’Italia, sud d’Europa.

Sono nata il 30 aprile del 1979 a Licata, cittadina affacciata sul Mediterraneo, abbagliata da un sole africano, dove era facile, allora, crescere tra amicizie sicure e buone scuole di periferia.

Ho frequentato il liceo classico e trascorso quegli anni tra l’impegno per lo studio e la passione per il teatro, sognando di fare la scrittrice nella vita, e pensando di iscrivermi a lettere classiche.

Mi sono immatricolata presso l’Università degli studi di Palermo, in Giurisprudenza, con tanta indecisione ma, si sa, gli studi giuridici aprono la mente, sul passato, sul futuro, sull’affrontare la vita conscia di quelli che sono i tuoi diritti, i tuoi doveri, su ciò che è un cittadino nello stato e nel mondo.

Mi sono laureata nel 2003 a pieni voti ed ho continuato a studiare, affascinata dal mondo accademico e dalla dimensione europea, così difficile da vivere in un’università siciliana. Ho, quindi, intrapreso il dottorato in Diritto Interno e Diritto Sovranazionale, sempre presso l’Università degli studi di Palermo, dove ho conseguito il titolo di dottore di ricerca con una tesi su: ‘Le obbligazioni naturali nel diritto d’Europa’. Ho, frattanto, superato l’esame di stato per l’abilitazione all’esercizio della professione forense ed ho iniziato a svolgere la suddetta attività sin dal 2006 sul foro di Palermo, ove sono iscritta, e su quello di Agrigento, occupandomi principalmente di diritti civili e politiche sociali. Mi sono occupata di sperimentazione clinica, quale componente effettivo legale del comitato di bioetica dell’ospedale civico di Palermo, e successivamente ho, altresì, conseguito il master di secondo livello presso l’Università Roma 3 in Diritto e Management dei servizi sanitari e socio sanitari, ordinamento del farmaco.

Ho affrontato la mia carriera professionale e la vita da semplice cittadina con le difficoltà, logistiche, strutturali, economiche e sociali che la nostra terra, seppure avvolta in un fascino che non trova eguali, riserva alla sua gente. 

Da lì, dalla presa di coscienza di ciò che potremmo essere e non siamo, di ciò che vorremmo che la Sicilia fosse, ma purtroppo non è, nasce il mio impegno politico, intenso, breve e appassionato.

L’idea di poter risollevare, insieme ad una squadra di persone parimenti vogliosa di cambiamenti, la mia cittadina d’origine, Licata, caduta in un oblio amministrativo, dove ancora oggi conservo i più preziosi ricordi e dove vivono i miei cari, mi ha portato ad accettare la candidatura a sindaco per le amministrative del 2018 con la Lega di Matteo Salvini, unico partito allora come oggi, coerente, concreto e determinato. In poco meno di un mese di campagna elettorale, da neofita della politica, arrivo seconda alla competizione elettorale, portando la Lega, in una cittadina del Sud, al 19,79% dei voti, con circa il 40% di voti personali in più rispetto alle liste a supporto della candidatura a sindaco.

La crescita nel partito, conseguente al mio impegno da militante che crede in un progetto politico che si occupa dei diritti della gente, dei problemi da risolvere e non di interessi sovranazionali o poltrone da occupare, è veloce e determinata e mi porta alla candidatura alle elezioni Europee del 26 maggio 2019, dopo appena un anno dalla precedente esperienza elettorale.

Con la passione di chi si approccia alla politica per il bene comune, parlando alla gente da cittadina che vuole il cambiamento e che nel cambiamento crede, ho affrontato la campagna elettorale con incosciente semplicità e umiltà.

Sono stata eletta al Parlamento Europeo nella Circoscrizione Isole (che ricomprende la Sicilia e la Sardegna) con un consenso elettorale di 32.884 preferenze, che mi ha consentito di arrivare seconda, dopo Matteo Salvini, sostenuta da amici veri, quelli che già avevo e quelli che ho incontrato lungo il cammino elettorale.

Oggi, grazie alla fiducia riposta in me da tantissimi cittadini, lavoro al Parlamento Europeo con la veemenza di chi ha visto nell’Europa una meta sin dagli anni accademici, e la ferma determinazione di chi vuole cambiarla, perché profondamente delusa dal tradimento dello spirito europeista dei padri fondatori portato avanti dalle politiche attuate dai burocrati UE. Lavoro ogni giorno nel mio piccolo, una tra 76 eurodeputati italiani e 705 europei, per l’Europa dei popoli e dei diritti civili, per portare la voce della Sicilia e della Sardegna in Europa, e per far sì che anche grazie all’Europa i nostri figli possano avere una terra migliore, dalla quale non emigrare.